Diario delle lezioni
Questo diario delle lezioni si riferisce ad un possibile modello di
presentazione degli argomenti. Di anno in anno i contenuti e la
loro trattazione possono variare.
- Lezione 1: Introduzione al corso; informazione
sulle modalità di esame, ricevimento, testi seguiti nel
corso.
Richiami: definizione di gruppo, sottogruppo, ecc.
- Lezione 2: Ancora sui gruppi, sottogruppi, sottogruppi
normali, gruppi quozienti, omomorfismo tra gruppi, teoremi
di omomorfismo.
- Lezione 3: Anelli, ideali, campi, anelli quoziente, i teoremi
di omomorfismo per anelli, ideali primi, ideali massimali.
Elementi invertibili e divisori dello zero in un anello. Domini di
integrità. L'anello degli interi, i suoi ideali e i suoi
quozienti (Z e Zm).
- Lezione 4: Ideali in un anello: ideali generati
da un insieme finito, ideali generati da un elemento. Costruzione
dell'anello dei polinomi con coefficiente in un anello.
- Lezione 5: Ancora sulla costruzione dell'anello dei polinomi.
Grado di un polinomio, termine/coefficiente direttivo di un polinomio,
termine noto, polinomio monico. Se A è un dominio
di integrità, allora A[x] è anche un dominio.
- Lezione 6: Dati due polinomi di A[x],
se i loro coefficienti direttivi non sono divisori dello zero,
allora il grado del loro prodotto è la somma dei loro
gradi. Un omomorfismo tra due anelli A, B si
estende in unico modo ad un omomorfismo tra A[x] e B[x]
che manda x in x. Omomorfismo di valutazione
(che manda un polinomio f(x) di A[x] nell'elemento
f(a) di A). Dato un omomorfismo h da A
in B ed un elemento b di B, esiste un unico
omomorfismo da A[x] in B che estende h e che
manda x in b.
Divisione tra polinomi: dati f, g in A[x], se il
coefficiente direttivo di f è invertibile, allora
esistono due polinomi q, r unici con grado di r
minore del grado di f tali che g = qf+r.
- Lezione 7: Ancora sulla divisione tra polinomi.
Teorema di Ruffini: il resto della divisione di un polinomio
di K[x] (con K campo) quando viene diviso per
x-a vale f(a); inoltre
f è divisibile per x-a se e solo se
f(a)=0.
Teorema di D'Alambert: un polinomio di grado n a coefficienti
in un campo ha al massimo n radici. Conseguenza:
se il campo K
dei coefficienti è infinito, allora f=g se e solo
se f(a)=g(a) per ogni a in K.
Massimo comun divisore tra due polinomio di K[x].
- Lezione 8: Algoritmo di Euclide per il calcolo del massimo
comun divisore di due polinomi in K[x]. Identità di
Bezout. Caratterizzazione del m.c.d. di due polinomi f
e g (come quel polinomio che divide f, divide
g ed è diviso da ogni polinomio che divide
f e g). Definizione di polinomi associati. Se
d1 e d2 sono entrambi
m.c.d. di due polinomi, allora d1 e
d2 sono associati. In particolare il
m.c.d. di due polinomi è unico se si impone che sia
monico.
L'anello dei polinomi K[x] (con K campo) è
ad ideali principali (PID). Esempio: Z[x] non
è un PID.
- Lezione 9:
Definizione di elemento irriducibile in un dominio (f
è irriducibile se non è invertibile e se si scrive
come prodotto di due elementi dell'anello, allora uno dei due
è unitario). Polinomi irriducibili in K[x]. Esempi:
ogni polinomio di grado 1 in K[x] è irriducibile.
Se p è irriducibile e non divide f, allora
il m.c.d. tra p e f vale 1. Ogni polinomio di
K[x] (con K campo) è prodotto di polinomi
irriducibili. Se un polinomio irriducibile
divide il prodotto di due polinomi, allora divide uno dei due
fattori. Unicità della decomposizione di un polinomio in
prodotto di fattori irriducibili.
- Lezione 10:
Ogni polinomio monico di K[x] si scrive in unico modo come
prodotto di polinomi monici irriducibili.
Definizione di campo algebricamente chiuso (un campo in cui ogni
polinomio non costante ha almeno una radice). In un campo
algebricamente chiuso ogni polinomio si scompone nel prodotto
di polinomi irriducibili di grado 1. In un campo algebricamente
chiuso gli unici polinomi irriucibili sono i polinomi di grado 1.
Il campo C dei numeri complessi è algebricamente
chiuso (cenno di una possibile dimostrazione). Nel campo R
dei numeri reali un polinomio è irriducibile se e solo
se è di grado 1 o è di grado 2 e ha il discriminante
negativo. Né il campo R dei numeri reali, né
il campo Q dei numeri razionali sono algebricamente chiusi.
- Lezione 11: La caratteristica di un anello
A come il più piccolo r intero positivo (se
esiste) tale che
1A+1A+...+1A=0 (somma
fatta r volte).
Anelli di caratteristica 0 e di caratteristica finita.
L'omomorfismo f : Z --> A dato da
f(n) = n 1A. Il nucleo di f è
della forma (a), dove a risulta essere la
caratteristica di A. Ogni anello contiene o Z
o Zm. La caratteristica di un dominio di
integrità (e quindi di un campo) o è 0 o è
un numero primo.
Derivato di un polinomio in K[x], (con K campo).
L'operatore D di derivazione come applicazione lineare di
K[x] in sè. Derivata del prodotto:
D(fg) = fD(g)+D(f)g.
- Lezione 12: Il piccolo teorema di Fermat: Se p è
un numero primo allora ap è congruo ad
a per ogni intero a. Varie formulazioni
(ap-1 è congruo ad 1,
ap=a in Zp).
Generalizzazione: se G è un gruppo finito abeliano
con n elementi, allora gn=1 per ogni elemento
g di G (notazione moltiplicativa). Formula del
binomio di Newton in un anello qualsiasi. In particolare, in
un anello di caratteristica p vale:
(a+b)p= ap+bp.
Utilizzo del derivato di un polinomio: se un polinomio f di
K[x] (con K campo) ha fattori multipli allora il
m.c.d. tra f e f' è diverso da 1.
Se la caratteristica del campo K è 0, allora
vale anche il viceversa.
- Lezione 13: Se K è un campo di caratteristica
p, allora l'applicazione fp:K --> K definita da
fp(a)= ap è iniettiva. Se inoltre
K è finito allora è anche suriettiva. In questo caso
si chiama l'isomorfismo di Frobenius. Dire che fp
è suriettiva equivale ad affermare che in K si possono
estrarre le radici p-ime degli elementi. Un campo con questa
proprietà si chiama campo perfetto. Se K è
un campo finito (più in generale perfetto) e se f
è un polinomio di K[x] e se D(f)=0
(dove D(.) indica il derivato), allora f è la
p-ima potenza di un polinomio di K[x]. Esempi in
Zp[x]. Se K è perfetto,
allora un polinomio f di K[x] ha fattori multipli
se e solo se il m.c.d. tra f e D(f) non è
1.
Polinomi in Q[x]: ogni polinomio f di
Q[x]
è associato ad un polinomio g che ha tutti i coefficienti
in Z. Un polinomio di Q[x] si dice
primitivo se ha tutti i coefficienti in Z e se
il m.c.d. dei coefficienti è 1. Ogni polinomio f di
Q[x] è associato ad un polinomio g primitivo.
Il prodotto di polinomi primitivi è un polinomio primitivo.
- Lezione 14: Se f è un polinomio
primitivo e se anche rf (dove r è un elemento di
Q) è primitivo, allora r vale 1
o -1.
Lemma di Gauss: Se f è un polinomio di Q[x]
a coefficienti in Z e se f=ab in Q[x],
allora esistono due polinomi a', b' a coefficienti interi,
associati ad a e b, tali che f=a'b'. Conseguenza:
se si definiscono come polinomi irriducibili di Z[x]
i polinomi f che non sono prodotto di due polinomi di grado
maggiore o uguale a 1, si ha che un polinomio a coefficienti
interi è irriducibile in Z[x] se e solo se è
irriducibile in Q[x].
Fattorizzare in Q[x]
o in Z[x] "è la stessa cosa".
Se un polinomio f= a0+ ... +anxn
ha uno zero razionale r/s, allora r divide
a0
e s divide an.
Criterio di irriducibilità di Eisenstein. Conseguenza: in
Z[x] (e quindi in Q[x]) ci sono infiniti
polinomi irriducibili in ogni grado.
- Lezione 15: Teorema cinese del resto: Formulazione in
Z con le congruenze. Fromulazione equivalente:
Se m1, m2, ... mk,
sono numeri naturali a due a due coprimi, allora l'anello
Zm1...mk è isomorfo al prodotto degli
anelli Zm1, ... , Zmk.
Congruenze nell'anello dei polinomi. Il teorema cinese del resto per
polinomi in K[x]. Conseguenza del teorema cinese del resto:
Dati d+1 interi a due a due distinti s0, ...,
sd e dati altri d+1 interi a0,
..., ad, esiste un unico polimomio g di
grado al più d tale che
g(si)=ai.
- Lezione 16: Correzione e discussione degli esercizi
riassuntivi.
- Lezione 17: Fattorizzazione in
Z[x] (e in Q[x]):
Il metodo di Schubert (Kroneker): dato f in Z[x]
di grado n, se è riducibile, esite sempre un
fattore a di f di grado n/2
(se n pari) o (n-1)/2
altrimenti. Fissati d+1 interi distinti n0,
..., nd, allora a(ni) deve
dividere f(ni), quindi a deve essere
tale che a(ni)=si per ogni i,
(dove si è un divisore di
f(ni)). Il polinomio a si ricerca tra
un numero finito di possibilità in quanto i divisori di
f(ni) sono finiti (si utilizza un risultato
della lezione precedente).
Il metodo di fattorizzazione di polimomi di
Zp[x] di Berlekamp: dato f,
se g è un polinomio di Zp[x]
di grado compreso tra 1 e deg(f)-1 tale che
f divide gp-g, allora tra
mcd(f, g-i) (con i=0, ..., (p-1)) si trova un
fattore effettivo di f.
- Lezione 18: (continuazione) Costruzione di polinomi g in
Zp[x] tali che f divide
gp-g e di grado minore o uguale a deg(f)-1.
Tali polinomi sono in corrispondenza biunivoca con gli elementi del
nucleo della matrice Q-I, dove Q è
la matrice le cui colonne sono date dai coefficienti dei resti
della divisione per f di xjp
(per j=0, 1, ..., d-1) e I è la matrice
identica di ordine d.
- Lezione 19: Il terzo teorema di Berlekamp:
Se f è un polinomio di Zp[x],
allora, costruita la matrice Q come detto in precedenza,
la dimensione del nucleo di Q-I è uguale al
numero di fattori irriducibili di f. Inoltre f
è irriducibile se e solo se il nucleo di Q-I
ha dimensione 1 e f e f' sono primi
tra loro.
Appunti delle lezioni sui teoremi di Berlekamp.
- Lezione 20: Fattorizzazione di polinomi in Z[x]:
Se f è un polinomio tale che, se pensato in
Zp[x] (con p primo) mantiene fisso
il grado ed è irriducibile in Zp[x],
allora f è irriducibile in Z[x].
Cenno al metodo di sollevamento di Hensel per fattorizzare
polinomi in Z[x], nota una loro fattorizzazione
in Zp[x].
- Lezione 21: Polinomi in più variabili. Definizione
induttiva di A[x1, ..., xn] come
anello dei polinomi nella variabile xn con
coefficienti in A[x1, ..., xn-1].
Definizione di monomio, coefficiente del monomio e termine.
Grado di un polinomio, grado rispetto ad una variabile,
polinomi omogenei (o forme). Ogni polinomio è somma finita di
monomi, ogni polinomio è somma finita di polinomi omogenei.
Principio di identità per polinomi in
A[x1, ..., xn] (un polinomio
è nullo se e solo se tutti i coefficienti dei suoi monomi
sono nulli). Se A è un dominio, allora
A[x1, ..., xn] è un dominio;
se A è un UFD, allora
A[x1, ..., xn] è un UFD (senza
dimostrazione). L'anello dei polinomi
K[x1, ..., xn] (con K campo):
è un dominio, è un UFD, inoltre è un
K-spazio vettoriale con base T, l'insieme dei
termini. L'anello dei polinomi K[x] è un PID, ma
NON è vero che K[x1, ..., xn]
(se n>1) sia un PID.
- Lezione 22: Costruzione del campo dei quozienti:
Se A è un dominio d'integrità, si definisce
l'insieme B fatto dalle coppie (a,b) con a
e b elementi di A e b diverso da zero.
In B si definisce una relazione di equivalenza R
data da: (a, b) R (c, d) se ad=bc. Sull'insieme
quoziente B/R si può definire una somma e un
prodotto, in modo che diventa un campo. Tale campo contiene
(una copia isomorfa ad) A. Il campo così costruito
si indica con Q(A) e si dice campo dei quozienti di A.
Proprietà universale di Q(A): detta j
l'omomorfismo di inclusione di A in Q(A), se
K è un qualunque campo e se f è
un omomorfismo da A in K, allora esiste un
unico omomorfismo di campi F : Q(A) --> K tale che
f = Fj. Conseguenza: Q(A) è il più
piccolo campo che contiene (una copia isomorfa ad) A.
Esempi.
- Lezione 23: Se B è un anello, se
A è un sottoanello di B, f: A --> B
è un omomorfismo di anelli, fissati n elementi di
B: b1, ..., bn, allora
esiste un unico omomorfismo di anelli
F : A[x1, ..., xn] --> B tale che
estende f e F(xi) = bi.
Esempi.
- Lezione 24: Se B è un anello, se
A è un sottoanello di B e se
b1, ..., bn sono n
elementi di B fissati, allora con
A[b1, ..., bn] si indica il
più piccolo sottoanello di B che contiene
A e b1, ..., bn
(esiste sempre, basta prendere l'intersezione di tutti
i sottoanelli di B che contengono A e
b1, ..., bn). Se si definisce
l'omomorfismo di anelli F : A[x1, ..., xn]
--> B tale che F(a)=a per ogni a elemento di
A e F(xi)=bi, si vede che
A[b1, ..., bn] è
l'immagine di F, pertanto è costituito da
tutti i polinomi in x1, ..., xn
a coefficienti in A valutati in
b1, ..., bn.
Estensione di campi. Se L è un campo, K
è un sottocampo e se
b1, ..., bn sono elementi di L,
con K(b1, ..., bn) si indica il
più piccolo campo che contiene K e gli elementi
b1, ..., bn. Si vede che
K(b1, ..., bn)=
Q(K[b1, ..., bn])
L è un'estensione
finitamente generata di K se L è della
forma K(b1, ..., bn) (con
b1, ..., bn elementi di L).
In particolare, se n=1, l'estensione di dice semplice.
Esempi.
- Lezione 25: Se L è un
campo e K è un sottocampo
di L, allora un alemento a di L si dice
algebrico su K se esiste un polinomi f in K[x]
non nullo, tale che f(a)=0. Se a non è
algebrico, allora a si dice trascendente (su K).
Se a è trascendente su K, allora K[a]
è isomorfo all'anello dei polinomi K[x].
Se a è algebrico su K, allora esiste sempre
un unico polinomio monico di grado minimo con coefficienti
in K che si annulla in a. Tale polinomio si chiama
polinomio minimo (di a su K). Il polinomio minimo
è irriducibile. Se a è algebrico su K
allora K[a] è isomorfo a K[x]/(m) (dove
m è il polinomio minimo) e K[a] è
un campo, quindi K[a] = K(a). L'anello quoziente
K[x]/(f) (dove f è un qualunque polinomio
di grado n) è uno spazio vettoriale su K
di dimensione n. Una sua base è data da:
[1], [x], ..., [x]n-1.
- Lezione 26: Estensione di campi:
se K è un sottocampo di L si usa la notazione
L : K. Grado di un'estensione: Se si ha l'estensione
L : K, allora L è uno spazio vettoriale
su K. La dimensione di L come K-spazio
vettoriale si indica con [L : K] e si chiama grado
dell'estensione. Legge della torre: se L : K e M : L
sono due estensioni, allora vale: [M : K] = [M : L][L : K].
Esempi.
- Lezione 27: Correzione esercizi.
- Lezione 28: Legge della torre generalizzata:
Se K0, K1, ... , Kn
sono campi, dove ognuno è sottocampo del successivo,
allora [Kn:K0] è il
prodotto di [Ki:Ki-1] (con
i=1, ..., n). Dato un polinomio f irriducibile
su un campo K, esiste un campo L che contiene
K e tale che f ammette uno zero in L
(il campo L è definito da K[x]/(f)
e lo zero di f è la classe di equivalenza di
x in K[x]/(f)). Campo di riducibilità
completa (o di spezzamento) di un polinomio di K[x]:
è il più piccolo campo che contiene K
e in cui f si spezza in un prodotto di fattori lineari.
Se f è un qualunque polinomio di K[x],
esiste sempre il campo di riducibilità completa per
f (si prova per induzione sul grado di f:
si scrive f come
prodotto di fattori irriducibili; allora, per il risultato
precedente, esiste un campo L dove uno dei fattori
irriducibili di f ammette uno zero. Quindi in
L[x] il polinomio f si spezza nel prodotto di un
polinomio lineare e un polinomio g di grado più
piccolo del grado di f. Si procede analogamente con g).
Il campo dei numeri complessi ottenuto come il quoziente di
R[x] fatto rispetto all'ideale (x2+1).
- Lezione 29: Costruzioni con riga e compasso. Dato un
insieme finito di punti P0 del piano, si
dice che un punto p è costruibile (con riga e
compasso) in un passo a partire da P0
se si può ottenere come intersezione
di due rette passanti per punti di P0 o di
una retta passante per due punti di P0 e una
circonferenza centrata in un punto di P0 e
con raggio uguale alla distanza di due punti di P0
o come intersezione di due circonferenze sempre centrate in
punti di P0 e con raggi uguali alle distanze
tra punti di P0. Si dice che q è
costruibile da P0 se esiste una sequenza di
punti p1, p2, ..., pn
tali che pn=q e pi è
costruibile in un passo a partire dai punti di P0
e i punti p1, p2, ..., pi-1.
Sia Ki il più piccolo campo (contenuto
nel campo dei reali) e che contiene tutte le coordinate dei punti
di P0 e dei punti p1,
p2, ..., pi. Allora vale:
[Ki : Ki-1] vale o 1 o 2
(infatti le coordinate del punto pi soddisfano
un'equazione o di primo o di secondo grado con coefficienti in
Ki-1). Se q è costruibile a partire
da P0, allora [Kn : K0]
è una potenza di 2 (si applica il teorema della
torre e si usa il risultato precedente). Conseguenza: se
x e y indicano le coordinate del punto q,
allora [K0(x) : K0] e
[K0(y) : K0] sono potenze di 2
(infatti si applica il teorema della torre ai campi:
K0, K0(x), Kn).
Conseguenza (teorema di Wantzel) Non si può, con riga e
compasso, duplicare il cubo (infatti questo equivale a trovare un
segmento nel piano di lunghezza la radice cubica di 2,
quindi un punto nel piano che ha ad esempio l'ascissa uguale ad
a (radice cubica di 2). Ma il polinomio minimo su
Q della radice cubica di 2 è
di grado 3 e quindi [Q[a] : Q] vale 3
che non è una potenza di 2.
- Lezione 30: Ancora sulla non risolubilità di problemi
con riga e compasso: l'angolo di 60 gradi non può
essere diviso in tre parti uguali con riga e compasso.
Si vede che riuscire a trisecare l'angolo di 60 gradi equivale
a provare che il numero a dato dal coseno di pi/9
è costruibile a partire dai punti del piano di coordinate
(0, 0) e (1, 0). Ma si vede facilmente che a
è radice di un polinomio irriducibile sui razionali di
terzo grado e 3 non è una potenza di 2.
Analogamente, sfruttando il fatto che pi è trascendente
su Q, si vede che non si può risolvere, con
riga e compasso, il problema della quadratura del cerchio.
- Lezione 31:
Campi finiti. Un campo finito ha sempre per caratteristica un
numero primo p, e contiene (una copia isomorfa di)
Zp; è uno spazio vettoriale
di dimensione n finita su Zp. Quindi
un campo finito ha pn elementi. Teorema
dell'elemento primitivo: se K è un campo finito,
allora il gruppo K \ {0} è ciclico. Un generatore di
K \ {0} si chiama elemento primitivo. Esempi.
- Lezione 32: Dimostrazione del teorema dell'elemento
primitivo. Conseguenza: dato un campo finito K, allora
esiste un polinomio q in Zp[x]
irriducibile, tale che K è isomorfo al quoziente
Zp[x]/(q).
Fissati n e p (p primo),
esiste sempre un campo con pn elementi: basta
prendere il campo di riducibilità completa del polimomio
xpn-x.
Due campi finiti con lo stesso numero di elementi sono isomorfi.
Allora, per ogni n e p (con p primo) esiste
sempre uno e, a meno di isomorfismi, un solo campo con
pn elementi. Questo campo si indica con
G(n, p) e si chiama campo di Galois.
Se q è un polinomio irriducibile di
Zp[x] di grado d che divide
xpn-x, allora d divide n.
Viceversa, se q è un polinomio irriducibile
di Zp[x] di grado d e se
n è un qualunque intero tale che d lo
divide, allora q divide xpn-x.
- Lezione 33:
Polinomi moinici irriducibili di grado d
di Zp[x]. Il polinomio
xpn-x si scompone nel prodotto di
polinomi irriducibili monici di Zp[x]
tutti diversi tra loro (infatti è privo di fattori multipli).
Usando i risultati della precedente lezione, abbiamo che
xpn-x è quindi il prodotto
di tutti i polinomi monici irriducibili di grado d, con
d divisore di n. Se indichiamo con N(p, d)
il numero dei polimomi monici, irriducibili di
Zp[x], si ottiene che pn
è uguale alla somma di N(p, d)d, dove d
varia tra tutti i divisori di n.
Funzione di Moebius: associa
ad ogni numero naturale positivo n il numero m(n)
definito da: m(1) = 1, m(n)=0 se, quando si
scompone n in fattori primi, almeno uno dei fattori
compare con esponente maggiore di 1;
m(n)=(-1)r se n è il prodotto
di r fattori primi distinti.
Vale: fissato n, la somma di tutti gli m(d),
dove d varia tra tutti i divisori di n, vale
1 se n=1, altrimenti vale 0.
Formula di inversione di Moebius:
se f : N \ {0} --> N è una funzione
e se F(n) è la somma di f(d), per ogni d
divisore di n, allora vale: f(n) è la
somma di m(d)F(n/d), dove d varia tra tutti i
divisori di n. In questo modo si riesce a trovare una
formula per calcolare tutti i polinomi irriducibili monici
di un grado fissato n di Zp[x].
- Lezione 34: Discussione del programma svolto.
- Lezione 35: Introduzione ai programmi di calcolo simbolico.
Il progetto open source Sage (www.sagemath.org).
Primi esempi di utilizzo di Maple.
- Lezione 36: (12/01/10) Ancora esempi di utilizzo del programma
di calcolo simbolico Maple.
- Lezione 37: Discussione del programma svolto.